Il Bar

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Espresso News

Tutte le news che gli altri siti non ti dicono. Vuoi scoprire se escono ancora giochi per il tuo Mega Drive? Oppure vuoi conoscere qualche remake passato in sordina? Sei nel posto giusto!

La via speciale

Una raccolta con tutti i nostri speciali per riscopire grandi titoli del passato e ritrovare titoli di nicchia. indie e da quello commerciale.

Lo scrigno

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La fabbrica

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30 apr 2013

Espresso News - IndieViddy, il marketing indipendente!

Logo di Indie Viddy
E’ innegabile che il mondo degli indie game nonostante le sue origini stia diventando sempre più professionale e attento alle strategie di marketing e proprio a quest’ultima esigenza si rivolge il servizio di IndieViddy. Gestito unicamente da Mary Kish il portale dell’esperta in scienze della comunicazione offre una strategia pubblicitaria principalmente basata su video editing, press pack e relazioni con la stampa e le web magazine. L’autrice afferma di non avere un listino prezzi fisso e questo varia a seconda delle possibilità economiche degli sviluppatori indie. Tra i suoi giochi trattati possiamo trovare Antichamber, Vessel, DustForce, Apotheon, Giana Sisters e Fractal! Ovviamente è giusto ricordare che la miglior pubblicità rimane la qualità del titolo sviluppato e quindi non ci sono garanzie di successo anche se supportati adeguatamente da un buon marketing, tuttavia è innegabile che i successi di Mary Kish e la professionalità del sito possono essere una risorsa in più per ogni game designer desideroso di far conoscere la propria opera al mondo.
Esempio di video editing realizzato da Mary Kish per il gioco Giana Sisters.

Link di riferimento:



29 apr 2013

Maya Pixelskaya e la sua Retrogame art alla conquista del web!

Making of dell'artista Maya Pixelskaya
Maya Pixelskaya è una ragazza spagnola amante dei videogiochi e dell’arte in generale, un giorno ha deciso di combinare le sue due passioni per offrire qualcosa di nuovo al pubblico, ed ecco così nascere i suoi bellissimi prodotti dedicati al mondo del retro gaming. Ma di cosa tratta in particolare la sua arte riguardando il mondo dei videogiochi? Bé, praticamente di tutto! La ragazza di Madrid non sembra fissata su una determinata cosa e crea le sue opere in base all’ispirazione del momento, così troviamo nel suo catalogo oggetti di uso quotidiano come accessori, quadri decorativi, indumenti e così via; ma anche cose più bizzarre come formine per biscotti o il painting nails (colorazione delle unghie) per ricordarci che non bisogna mai prendersi troppo sul serio.
Cravatta ispirata a Duck HuntL'autrice con la formina per dolci di The day of the Tentacle
Molte delle realizzazioni di Maya Pixelskaya sono anche in vendita sul suo sito internet e ogni giorno molti appassionati di videogiochi si avvicinano al suo mondo. La sua arte ha suscitato parecchio l’interesse del popolo del web tanto da invogliare lo staff di Capcom-Unity a intervistarla. Quello che sicuramente colpisce più di ogni altra cosa è la sua passione, la quale traspare in ogni lavoro e rende anche un’idea apparentemente semplice estremamente intrigante e deliziosa. Maya Pixelskaya è la risposta a tutti quelli che vanno in giro dicendo che l’hobby dei videogiochi spegne la fantasia. Non si direbbe proprio!!
Converse di Street Fighter 2Chitarra decorata con un'illustrazione di Guybrush
Link approfondimento:

28 apr 2013

Remake Fan Made - I migliori remake freeware realizzati dagli appassionati

Videogame Remake
Laddove determinati videogiochi vengono snobbati o ignorati per forze di cause maggiori dalle proprie case sviluppatrici ecco che entrano in scena i remake fan made. Ovvero quando uno o più programmatori si ritrovano a riscrivere da zero un famoso titolo commerciale senza nessun scopo di lucro ma solo per pura passione. Il risultato finale può avere diversi risultati; ad esempio molti programmatori ridisegnano la grafica. altri preferiscono mantenere quella originale e si accontentano di inserire nuove features, mentre altri ancora riproducono con cura maniacale il titolo in maniera più fedele possibile all'originale. Qualsiasi sia la strada scelta meritano sempre di essere giocati. Oggi vogliamo proporvi una carrellata di questi titoli gratis rilasciati dai loro programmatori per puro amore del passato!


Gun Smoke Remake:
Screenshot Gun Smoke RemakeScreenshot Gun Smoke Remake
Partiamo subito con il remake di un vecchissimo gioco della Capcom del 1985 a cura di Magnus Nilsson e Stefan Gustafsson i quali con il loro lavoro ripropongono il Shoot’ Em Up con visuale a volo d’uccello ambientato nel Far West che ispirò in futuro titoli del calibro del famosissimo Mercs.
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Vigilante 20th Anniversary:
Screenshot VigilanteScreenshot Vigilante.
Nessun amante dei giochi d’azione e di arti marziali che si avvicina o ha superato i trenta non può non conoscere il bellissimo Vigilante della Irem datato 1988. Yves Rizoud ci regala un remake proprio di questo gioco che conserva tutto il divertimento del titolo originale, compresa una difficoltà stellare!
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Dune 2:
Screenshot Dune 2Screenshot Dune 2.
Per gli amanti dei giochi strategici in tempo reale ecco un remake completo del famoso secondo episodio di Dune giocabile tramite il proprio Browser. Nonostante il titolo sviluppato dalla Westwood Studios abbia ormai sul groppone più di 20 anni rimane ancora un titolo divertente ed estremamente curato che merita certamente di essere rigiocato con questo remake.
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Super Kid Icarus:
Super Kid Icarus ScreenshotSuper Kid Icarus Screenshot.
Kid Icarus non ha bisogno di molte presentazioni, il titolo Nintendo del 1986 uscito per NES è infatti ancora oggi uno dei giochi di piattaforme più amato dai videogiocatori e questo remake ne è una prova. Il titolo è una sorta di versione speciale per un'ipotetica versione Super Nintendo con tanto di sprites e sonoro aggiornati in versione 16-bit!
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Super Donkey Kong:
Screenshot Super Donkey Kong.Screenshot Super Donkey Kong
Con Kid Icarus non può mancare un’altra icona della Nintendo ovvero Super Mario con la bellissima serie Donkey Kong. Super Donkey Kong è proprio come Super Kid Icarus un ipotetico seguito per Super Nintendo. Il gioco di Mick Farrow comprende ben tre titoli giocabili: Donkey Kong Original, Donkey Kong 2 e Super Donkey Kong!
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Bat-Man:
Screenshot Bat-Man.Screenshot Bat-Man
Chicca imperdibile per gli appassionati dell’eroe DC comics. Questo remake di Bat-Man, versione del 1986 uscita su ZX Spectrum, ne amplia ogni settore dalle musiche alla grafica, senza ovviamente scordare la giocabilità estremamente la quale risulta più fluida e avvincente della versione originale. Un’avventura retrò per il Cavaliere Oscuro assolutamente da rivivere!
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Dungeon Master: Return to Chaos:
Screenshot Dugeon MasterScreenshot Dugeon Master.
Se gli rpg sono la vostra passione non potete non giocare questo remake del titolo per Amiga del 1987. George Gilbert ha saputo creare un remake che riesce addirittura a superare la versione originale includendo oltre al primo episodio anche l’opportunità di mettere mano al gioco grazie ad un ricco editor!
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King’s Quest Remake:
Screenshot King's Quest 2 RemakeScreenshot King's Quest 3 Remake
In un colpo solo ecco i tre splendidi remake della AGD Interactive i quali tributano la meravigliosa saga di King’s Quest della Sierra On-Line la quale fece innamorare migliaia di giocatori nei primissimi anni 80 con le sue avventure grafiche. La AGD ripropone i primi tre episodi della saga (composta da 9 capitoli) con una nuova veste grafica a dir poco fantastica!
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Black Mesa:
Screenshot Black MesaScreenshot Black Mesa.
Black Mesa è il remake amatoriale di Half Life. Il FPS della Valve in questa rivisitazione offre una grafica in HD e la possibilità di giocare capitolo per capitolo man mano che vengono rilasciati dai loro sviluppatori.
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P.O.W. 20th Anniversary:
Screenshot P.O.W. RemakeScreenshot P.O.W. Remake.
Non potevamo chiudere questo speciale senza citare il nostro P.O.W. 20th Anniversary. Antologia che racchiude un remake del beat’em up a sfondo bellico del 1988 sviluppato da SNK dal titolo Prisoner of War. Il nostro remake oltre ad una fedele riproduzione grafica contiene anche nuove features come la possibilità usare bombe o scene di gore. Se non bastasse l’antologia racchiude anche un altro gioco chiamato P.O.W. 2010, una sorta di seguito con grafica in stile King of Fighters!
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27 apr 2013

What Did I Do to Deserve This, My Lord? - Una favola crudele raccontata in pixel!

Logo di Holy Invasion of Privacy, Badman!
Certi videogame sono destinati a segnare la storia videoludica e quindi ad essere a tutti i costi posseduti da ogni videogiocatore che si rispetti, mentre altri passano un po’ in silenzio e forse non hanno le carte giuste per ispirare altri giochi alle medesime caratteristiche in modo da scrivere la storia, ma proprio grazie alla loro peculiarità di essere senza modelli e senza eredi fanno di loro veri e propri prodotti di culto tra gli appassionati. Uno di questi giochi è senza ombra di dubbio Holy invasion of Privacy, Badname! What Did I Do to Deserve This, My Lord?  sviluppato da Acquire e uscito nel dicembre del 2007 per poi vedere territorio occidentale grazie all’importatore Nippon Ichi Software due anni dopo. Il gioco fu sviluppato sul primo portatile Sony PlayStation Portable (conosciuta con la sigla di PSP) ed è uno dei più interessanti dell’intero catalogo, cosa non facile visto l’enorme parco titoli della console e l’alta qualità di molti di essi.
Screenshot direttamente da una sessione di giocoIl gioco ha un vero e proprio micro ecosistema
Il concept del gioco è tanto semplice quanto pieno di stile. Per prima cosa è necessario soffermarsi subito sullo stile grafico scelto dagli sviluppatori. La parola scelto è doverosa dal momento che il gioco è volutamente in stile minimale tanto da richiamale l’epoca dei sistemi ad 8-Bit senza usare neanche la metà del potenziale della console Sony, tuttavia il risultato finale è un vero e proprio tocco di classe e un trionfo di colori, animazioni e sprites allegri e divertenti, perfettamente in sintonia con lo stile scanzonato del gioco. Nonostante la grafica sia ispirata a qualcosa di estremamente conosciuto non fatevi tirare in inganno, Holy invasion of Privacy, Badname! offre un gameplay unico e irripetibile. Nei panni del Dio della Distruzione dovremo interagire con un giovane aspirante cattivone dalle sembianze vampiresche per aiutarlo, o meglio, a donargli il nostro potere per difendere il suo dungeon da gloriosi eroi che vorranno mettere fine al regno del male come segno della nostra misericordia e potenza. Tutto questo si svolge in una meccanica di strategia in tempo reale dove il nostro potere sarà impersonificato da un piccone con il quale dovremo distrugge i vari blocchi di terra del mondo sotterraneo (impersoniamo i cattivi, dove possiamo stare se non nelle viscere della terra?) per creare labirinti e un rifugio al nostro suddito, tuttavia la cosa più importante è creare un ecosistema in grado di dare la vita a molteplici mostri. Proprio questo è il bello di questo atipico gioco, l’idea di fondo di non limitarsi a piazzare qua e la qualche nemico o trappola, ma quello di impegnare il giocatore a creare un ecosistema favorevole per i mostri sostenibile a lungo tempo in modo da vendere cara la pelle all’eroe di turno che cercherà di annientarci. E vi garantisco non sarà facile farlo, ci sono molte cose da tenere sotto controllo, come il fattore dei mostri che si divorano tra di loro oppure il bisogno di liberare determinati blocchi speciali; tutto questo mentre gli eroi si dirigono verso la base per estirparla così da indurci a ragionare ma allo stesso tempo a sbrigarci a far scelte (e la cosa non giocherà sempre a nostro favore, anzi…).
Almanacco dov'è possibile leggere tutto sui mostri e gli eroiHoly Invasion of Privacy Badman 2 ampliava il concetto iniziato con il primo episodio
Il gioco in modalità storia è suddiviso su molteplici livelli di difficoltà crescente e come se non bastasse non sarà possibile salvare in nessun modo i progressi, particolarità atipica nei giochi di generazione post 32-bit che rende il gioco davvero impegnativo e richiama a tutti gli effetti i vecchi giochi arcade. Fortunatamente il titolo è divertente e rigiocabile senza annoiare mai, anzi, donando il gusto di esperienze sempre nuove grazie al suo già citato ecosistema che garantisce ingegno ma anche casualità degli eventi che garantisce sempre qualcosa di nuovo ad ogni partita. Per imparare tutti i segreti del mestiere di un dio malvagio avremo a disposizione anche un tutorial semplice, divertente e completo. Se non bastasse possiamo una volta sconfitto un eroe o creato un nuovo mostro sfogliare l’almanacco per approfondire la loro conoscenza. E dulcis in fundo il titolo offre anche un editor per i videogiocatori più creativi. Holy invasion of Privacy, Badname! è più difficile spiegarlo che giocarlo, ha un mondo tutto suo nel quale non servono tante parole o grandi tecnicismi per essere goduto ma chiede semplicemente di essere giocato. E’ un gioco che va vissuto con tutto il suo stile retrò e tutto l’impegno necessario per trarre il meglio da un’idea più unica che rara che ancora oggi riesce a renderlo imperdibile per ogni videogiocatore; forse non è un capolavoro, sicuramente è qualcosa di unico.  
Acquire rilasciò anche un seguito nel 2010, il quale è praticamente identico al titolo originale con l’aggiunta di una nuova modalità storia e di molti più nemici e mappe giocabili.

Trailer ufficiale del gioco

Link approfondimento:
Sito ufficiale del gioco (Lingua inglese)
Sito ufficiale Acquire (Lingua giapponese)

24 apr 2013

Card Fighter Project - Quando gli eroi di Capcom e SNK sono stampabili!

Fighter Card Project
Card Fighter Project è un progetto ispirato ai game-card di SNK vs Capcom usciti su Neo Geo Pocket a fine anni novanta. L’idea dell’autore è stata quella di rendere SNK vs Capcom un vero gioco di carte. Per farlo si è servito delle carte del videogioco ufficiale trasformandole in veri e propri mazzi fisici. Ovviamente sarà richiesta una stampante con buone scorte di inchiostro e tanta pazienza per realizzare tutte le 424 carte disponibili, ma il risultato finale sarà sicuramente soddisfacente. Oltre a ideare le carte che ospitano i personaggi più famosi delle due software house giapponesi (tra cui i soliti nomi ben noti come Ryu, Ken, Terry Bogard o Kyo Kusanagi) l’autore ha creato anche delle nuove regole per rendere più interessante l’esperienza gioco con i propri amici.
Carta di AthenaCarta di Retsu
Nel sito è possibile trovare tutti i download delle carte in immagine in alta risoluzione pronte per essere scaricate e stampate in comodi pacchetti zip. Se non avete la stampate per realizzarle o semplicemente non avete voglia di mettervi a ritagliare e incollare il sito offre la possibilità di farvele spedire a casa pronte per essere usate al prezzo di 120 dollari. L’autore garantisce una realizzazione professionale ed estrema serietà. Inoltre nel sito troverete anche tutte le regole e i suggerimenti su come giocare in maniera ottimale una partita.
Al di là dello scopo che ne farete è innegabile che questo tipo di carte hanno un forte appeal verso chiunque abbia amato i personaggi di Capcom e SNK.
Dimostrazione della qualità delle carte di Card Fighters Project

LINK al sito ufficiale:  Card Fighter Project


23 apr 2013

Retro Commercials (SNK puntata 1) - Una carrellata di vecchi spot pubblicitari!

Snk retro commercial spot
E’ innegabile che il passato dei videogiochi vive ancora anche attraverso ai suoi reclami commerciali, specialmente se questi dopo anni appaiono buffi ed estremamente ingenui. E’ il caso dei vecchi spot giapponesi SNK i quali sembravano partoriti dai peggior registi di b-movie anni ottanta. Nonostante ciò è sempre bello (e divertente) rivederli e forse con il senno di poi se ne rivaluta maggiormente la spensieratezza. Proprio con questi apriamo la prima puntata degli articoli dedicati alla pubblicità del passato. Ma bando alle ciance, ecco di seguito una collezione di spot retrò della SNK dai tempi del Neo Geo fino a quelli più recenti, buona visione!

20 apr 2013

Speciale Street Fighter 1 - Uno sguardo al titolo originale del 1987 e al tributo di prossima uscita della S.E.E.P. !

Street Fighter del 1987
La saga di Street Fighter deve il suo successo commerciale al secondo capitolo, il quale considerarlo semplicemente vincente è estremamente limitativo. Street Fighter 2 può essere considerato il Pac Man degli anni 90, il Mario Bros della Capcom e il gioco che portò definitivamente il mondo dei videogame allo stato maturo. Il sequel di Street Fighter aveva tutte le caratteristiche che elevano un semplice passatempo ad un ‘ opera d’arte, la quale non si limita a divertire ma rispecchia il proprio tempo. In quegli anni i giocatori un po’ più smaliziati erano stufi di personaggi caricaturali e ambientazioni poco varie anche se numerose, si cercava qualcosa con più carattere, qualcosa di più corposo, era giunto il momento per l’industria dei videogame di fare lo step successivo, emanciparsi e divenire maturo. Solo il picchiaduro Capcom riuscì a garantire questo, nonostante in passato ci furono già stati numerosi sforzi di rendere un videogioco una piccola opera più complessa di un semplice passatempo, inserendo storie multiple e personaggi realmente vivi intricati tra loro. Uno di questi esperimenti fu tentato dalla Capcom stessa proprio con il primo episodio di Street Fighter del 1987, il quale non ebbe la fortuna del suo successore, ma ha ugualmente molto da raccontare.
Uno snapshot dalla versione Coin OpCover della versione TurboGrafx 16
Street Fighter fu rilasciato nel lontano 1987 da Capcom per essere usufruito sui sistemi arcade. Nonostante la qualità della allora futura CPS (scheda che diede vita a giochi come il secondo episodio e Final Fight) era ancora lontana (ma neanche troppo, la prima CPS fece il suo esordio l’anno seguente con Forgotten Worlds) il primo episodio del fighting game della casa di Osaka si difendeva decisamente bene. Già allora poteva contare su sprite grandi e colorati ospitati in background spaziosi. Il chip sonoro non era dei migliori, tuttavia poteva contare su una varietà davvero soddisfacente per l’epoca. Ma quello che rimane impressa dell’ opera del game design Takashi Nishiyama (che troverà la sua fortuna lasciando la Capcom per lavorare con SNK a giochi del calibro di Art of Fighting e Fatal Fury) è sicuramente la capacità di creare un piccolo universo fatto di personaggi e storie. Molti ancora oggi ammoniscono Street Fighter come non determinante per il genere picchiaduro dal momento che prima di esso uscirono titoli come Yie Ar Kung Fu della Konami che gettarono le basi per i giochi di lotta. Ma al di la delle indiscutibili novità introdotte da Capcom, tra le quali è bene ricordare i 6 bottoni (tre calci e tre pugni), due protagonisti selezionabili e set di mosse per eroe e nemici personalizzato; quello che lo rese un pioniere del genere fu il concept stesso, il background narrativo.
Uno dei bonus di Street Fighter
La storia nella sua semplicità era estremamente efficace. Ryu e Ken, due ragazzi praticanti di arti marziali, girano il mondo per affrontare vari combattenti dalle più svarianti nazioni alla conquista dell’ambito titolo di campioni del torneo di Street Fighter. Detto così al giorno d’oggi sembra davvero poca cosa. Tuttavia bisogna tenere conto che all’epoca imperversavano i film di lotta; erano gli anni 80, gli anni di Karate Kid, Guerriero Americano, dei film di Steven Seagal e di Jean- Claude Van Damme; c’era una vera e propria mania per le arti marziali e non poteva essere altrimenti dopo il successo mondiale ottenuto da Bruce Lee negli anni 70. Così fu inevitabile che questo ispirò anche i videogame. La Capcom ebbe l’intuizione di non relegare il mondo di Street Fighter solo ad un determinato contesto ma di ampliarlo inserendo vari combattenti non solo di nazionalità diverse ma anche con stili di lotta completamente differenti. Avevamo Retsu il monaco esperto di Shorinji Kempo, Geki il Ninja, la boxe di Mike, Joe un esperto kickboxer, le arti marziali cinesi di Lee e Gen, Birdie il classico picchiatore da strada, Eagle esperto con l’uso di armi e infine i due temibili boss campioni di Muay Thai. Ognuno di essi poteva contare su proprio aspetto fisico caratteristico e una storia alle spalle, che seppur semplice legava il tutto dando vita ad una delle saghe più famose della storia videoludica.
 Intro di Street FighterLa sfida finale contro il campione Sagat
Era proprio questa caratterizzazione della storia l’approccio innovativo a rendere Street Fighter qualcosa di unico nel suo genere (e non). Ma non era certo tutto rose e fiori, se l’idea di creare un gioco complesso a livello di storia e ambientazioni era riuscito, così come quello di realizzare un comparto tecnico adeguato, il gioco non riuscì completamente a soddisfare a livello di gameplay. Non bastarono le idee innovative apportate, l’ IA era troppo meccanica per risultare avvincente fino in fondo. La buona caratterizzazione dei personaggi cozzava contro una IA troppo artificiosa e un controllo del protagonista non certamente preciso. Così l’atmosfera creata dalla storia veniva man mano che si avanzava nel gioco resa vana da un gameplay immaturo. Certamente Street Fighter rimane ancora un buon gioco, storicamente importante, ma l’eccessiva ingenuità del titolo non poteva garantire quel passo decisivo capace di mescolare background narrativo ad una giocabilità eccelsa, creando la giusta armonia armonia per rendere l'opera un capolavoro come invece accadde con il suo stratosferico seguito.
Video sul gameplay di Street Fighter per Coin Op

FIGHTING STREET – Il nostro tributo:

Per noi Street Fighter è un titolo davvero importante. Così come tutte le opere ideate da Takashi Nishiyama, il geniale game designer capace di dare maggior colore al mondo dei picchiaduro. E questo nostro tributo chiamato semplicemente Fighting Street (nome tratto dalla versione cd-rom del Pc-Engine) è un omaggio che vogliamo fare alla saga della Capcom con la speranza di far rivalutare il primo capitolo anche ai nuovi videogiocatori o a chi non è mai riuscito ad apprezzarlo.  Tuttavia Fighting Street non è un remake nel senso stretto della parola ma un vero e proprio gioco parallelo che riprende lo spirito dell’ originale Street Fighter con le sue ambientazioni e personaggi, le musiche e gli effetti sonori e tutta l’atmosfera degli anni ottanta. In un sistema di gioco che non vede più semplici incontri uno contro uno, ma in un gameplay incentrato sull'azione a scorrimento con fasi beat em up, platform e action.
Una sezione di gioco platform
Per realizzare questo ci siamo affidati come al solito all’ottimo OpenBor (engine dedicato ai picchiaduro a scorrimento laterale) e il cambio di genere ci ha permesso di inserire nuove featuring per “svecchiare” il gioco originale. Come l’opportunità di inserire nemici comuni ad ogni livello ispirati ai vari lottatori del primo torneo di Street Fighter (vedi prima foto sotto) o creare stage inediti. Abbiamo anche lavorato sulla grafica (anche se sostanzialmente è rimasta fedele all’originale) quindi oltre ai nuovi nemici e stage editati abbiamo anche cambiato le palette del gioco (vedi la seconda foto sotto) e aggiunto o modificato animazioni originali e sprites (come ad esempio quello della mossa Hadoken). A proposito del cambio di palette qualcuno ci ha chiesto perché la scelta di far castano Ryu e non di lasciarlo in stile “ginger” della versione originale. Il motivo principale è stato quello di rendere Ryu più vicino al secondo capitolo, quindi più freddo e maturo, meno infantile rispetto all’originale.
Esempio di quattro nemici comuni editati per Fighting StreetImmagine dimostrativa del cambio di palette dei personaggi
Vero fulcro di Fighting Street sarà la modalità storia, la quale sarà arricchita e aggiornata con le fonti nuove che la Capcom ha fornito negli anni successivi e la presenza di nuovi personaggi (come il maestro Gouken). Lo story mode non sarà statico ma evolverà con molte schermate e intro, così come il gameplay non sarà limitato ad un genere ma varierà in base al livello. Ryu e Ken verranno usati in modo alternativo tra uno stage e l’altro e acquisiranno mosse con il progredire del gioco, così come potranno accumulare punti esperienza sconfiggendo i nemici in modo tale per passare a livelli superiori. Ma la modalità storia non sarà l’unica opzione di gioco, garantiamo anche una modalità arcade dove sarà possibile sbloccare personaggi nuovi (delle vere e proprie sorprese) e la possibilità di giocare in doppio.
La schermata riassuntiva della prima missione
In conclusione questo progetto avrà poco a spartire con l’originale titolo Capcom a livello di gameplay, ma quello su cui volevamo concentrarci maggiormente era far rivivere l’atmosfera del gioco originale il quale nonostante l’età avanzata e un’ ingenuità che da sempre l’ha contraddistinto non ha però mai perso il suo fascino genuino fatto di passione e spensieratezza, lo stesso che ha consacrato il secondo episodio tra i più grandi capolavori di sempre.  
Pubblicità:
L’appuntamento è per questa estate, per maggiori info potete seguire anche il nostro blog sulle release.
Ken vs GekiIntroduzione

18 apr 2013

Espresso News - Il seguito di Zelda A Link to the Past su 3DS!

A Link to the Past 2, Logo giapponese.
Questo è il classico fulmine a ciel sereno. Non che la Nintendo sia nuova per questi annunci da tachicardia, in passato ci ha meravigliati con il bellissimo Donkey Kong Returns (giusto per fare un esempio), ma questa notizia suona come una vera e propria bomba per tutti gli amanti della saga Zelda e in particolare del bellissimo capitolo bidimensionale per Super Nintendo: A Link to the Past avrà un sequel su 3DS! Chiamato semplicemente The Legend of Zelda: A Link to the Past 2 il gioco avrà la stessa visuale a volo d’uccello della versione 16-Bit; anche lo stile grafico, seppur rinnovato, richiama in maniera evidente il predecessore. Tuttavia l’avventura sarà completamente nuova e studiata per il portatile 3DS con relativi accorgimenti sul gameplay. 
Il gioco dovrebbe uscire entro la fine dell’anno, intanto sono già pronti video e immagini per ammirare l’ultima fatica Nintendo!

Screenshots:
Screenshot durante il gameplay
Screenshot durante il gameplay

Video:
Video sul gameplay